Inaugurata la scuola Aline Sitoé Diatta a Malika

 

Aline Sitoé Diatta: la Giovanna d’Arco d’Africa

In occasione dell’inaugurazione della nostra nuova scuola indipendente a Malika dedicata ad Aline Sitoé Diatta, avvenuta il 15 febbraio, nell’articolo di oggi abbiamo deciso di parlare di questa fondamentale figura della resistenza senegalese. Leader della comunità della regione meridionale di Casamance, nella quale è nata, era una delle donne che guidò le campagne anticolonialiste in quella che allora prendeva il nome di Africa Occidentale Francese. Come Giovanna D’Arco, si dice che abbia avuto una visione nel 1941 e che sia stato questo a spingerla a prendere parte alla lotta contro le forze coloniali francesi. Quando queste ultime sequestrarono metà del raccolto di riso della regione per sostenere lo sforzo bellico, Aline Sitoé Diatta, insieme ad altre donne, spinse il suo popolo alla resistenza, incoraggiandolo a rifiutare la cooperazione con i colonizzatori, a smettere di pagare le tasse e a coltivare il riso al posto delle sempre più crescenti piantagioni di arachidi, dove gli era stato imposto il lavoro forzato.

Inoltre, promulgava il rifiuto della cultura dei colonizzatori in favore del ritorno di quella autoctona. È stata la prima donna senegalese a esprimersi per l’uguaglianza di tutti gli uomini e le donne, indipendentemente da razza, età, religione e opinioni professate. Per questo motivo era contraria alla cristianizzazione dei Diola, il popolo che occupa la parte bassa della valle del Casamance, di religione prevalentemente animista e musulmana.

Si credeva che Diatta avesse poteri soprannaturali e potesse compiere miracoli, in particolare quello di far piovere sul terreno inaridito dalla siccità e curare la gente con l’imposizione delle mani. Questo fece sì che la sua fama iniziasse a spandersi per tutto il Paese e che molte persone si recassero in pellegrinaggio a conoscerla. Il suo grande seguito le valse il titolo di Signora di Kabrousse, infine divenne regina della Casamance. Dopo che le forze francesi si resero conto del pericolo che rappresentava, nonostante predicasse una forma di resistenza non violenta, iniziarono a perseguitarla e attentarono diverse volte alla sua vita, finché venne arrestata l’8 maggio 1943 con l’accusa di incitamento alla ribellione e rifiuto dell’ordine stabilito. Morì un anno dopo in prigione a Timbuctù, nel Mali, in seguito allo scorbuto, per il quale aveva rifiutato di essere curata.

Aline Sitoé Diatta è considerata un’eroina nazionale in Senegal. Fin dagli anni ’80 la sua storia è stata utilizzata in modi diversi e per scopi diversi, collegandola al movimento separatista della regione di Casamance. Ancora oggi, la minoranza Diola insorge periodicamente contro il governo centrale senegalese e contro i coltivatori di arachidi, non più francesi, ma mandinghi musulmani, sventolando il vessillo della Signora di Kabrousse.

Le sue tracce permangono in diversi altri aspetti della vita contemporanea senegalese. L’attuale battello principale che da Casamance conduce alla capitale Dakar prende il suo nome, così come tutte le residenze femminili all’Università più grande del Paese, la Cheikh Anta Diop. Tutt’ora, le donne che sono state chiamate come lei sono a volte trattate con sospetto, accusate di immodestia o prostituzione. Questo aspetto punta a un certo tipo di ingiustizie storiche, spingendoci a riflettere su quanto le icone africane femminili del passato siano più che mai connesse all’odierno attivismo femminista.