Conosciamo Claudia, presidente Renken

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Renken è costituita da ideali, idee, progetti ma soprattutto persone. Queste interviste servono a conoscerle, comprendere che ruolo svolgono e come l’attività volontaria si interseca con il resto della loro vita: quest’oggi tocca a Claudia, presidente Renken.

Ciao Claudia, qual è la tua formazione?

Ho studiato tanta matematica e ho una laurea in Scienze Statistiche ed Attuariali. Pur essendo fortemente affascinata dalla discipline scientifiche, ho sempre parallelamente svolto attività di volontariato in diverse Associazioni e realtà sociali.

Qual è la motivazione che ti spinge a lavorare in maniera attiva all’interno di Renken Onlus?

Lavorare in Africa e con l’Africa è sempre stato un grande sogno che ho realizzato nel 2006 con la fondazione di Renken. Negli anni l’Associazione mi ha permesso di esplorare questo grande continente da diversi punti di vista e sempre in maniera molto stimolante. Sapere che “fare quello che mi piace” fa star bene anche qualcun altro è una grande spinta che non mi ha mai abbandonato.

Qual è il tuo ruolo all’interno di Renken e a quali progetti ti dedichi principalmente?

Sono una delle fondatrici e formalmente, sono il presidente. Negli ultimi anni ho seguito la creazione e l’evoluzione del Festival creativAfrica, degli eventi culturali ad esso correlati e il progetto di cucina africana Ricette d’Africa. Riesco ad andare in Senegal un paio di volte l’anno per accompagnare gruppi di viaggiatori o per monitorare i nostri progetti a Malika e Abene. Mi occupo anche della parte amministrativa e contabile dell’Associazione (alla fine tutta quella matematica torna utile anche in maniere collaterali!)

Dedicarti a Renken è il tuo lavoro o il tuo lavoro principale?

Purtroppo non ancora, ma è l’obiettivo! Le mie giornate sono per ora divise tra Associazione e Scuola Superiore, dove insegno matematica.

Se non lo è, come concili il tuo impegno con Renken con il resto della tua vita?

Fare l’insegnante è stata una scelta strategica per avere tempo a disposizione da dedicare all’Associazione. Renken è diventata talmente parte integrante della mia vita che non c’è moltissima divisione tra questo e il “resto”. Negli anni i miei “fronti di attività” si sono armonizzati e non ho mai avuto grandi problemi a conciliare il tutto.

Che cosa hai appreso, in termini di abilità pratiche ma anche “soft”, nei tuoi anni presso Renken?

Renken mi ha insegnato la pazienza e l’attesa, lo stare e il credere nelle proprie capacità. Mi ha permesso di capire che si possono realizzare grandi sogni anche partendo da poche risorse. Mi ha fatto comprendere quanto le inevitabili diversità di persone distanti migliaia di chilometri, si riducano a somiglianze incredibili quando ci si conosce meglio. Ho poi imparato a tagliare le cipolle alla perfezione per preparare lo yassa poulet e che il mango è più buono se lo si gusta direttamente dall’interno della buccia.  

Qual è il secondo te il punto di forza e quello di debolezza di Renken?

I punti di forza sono la nostra complementarietà e il nostro entusiasmo. Il nostro punto di debolezza è che non valorizziamo e comunichiamo abbastanza tutto quello che facciamo: siamo molto impegnate a “fare” e vorremmo dare maggiore visibilità a processi e risultati.

Che cosa sogni nel futuro di Renken?

Sogno che tutte le attività che abbiamo messo in piedi continuino ad esistere e ad intrecciarsi con ancora maggiore fluidità e armonia. Che il Festival creativAfrica si svolga in parte in Italia e in parte in Senegal. Che sempre più studenti possano viaggiare da Nord a Sud e ancora di più da Sud a Nord. Che il mix di sapori italo-senegalesi che vogliamo creare sia gustato tanto ad Abene quanto a Torino.

Sogno infine che i giovani che seguiamo negli studi da tanti anni abbiano voglia di prendere in mano in modo autonomo e responsabile le attività di Renken in Africa.

Perché una persona dovrebbe voler diventare un volontario? E perché proprio un volontario Renken?

Perché avvicinarsi all’Africa in un modo meno stereotipato è molto utile per leggere tanti fenomeni attuali. Perché dedicare le proprie energie e il proprio tempo senza un ritorno in denaro permette di rendere più vera l’esperienza in sé e i rapporti che inevitabilmente si instaurano. Inoltre, il volontariato è divertente, perché si ha la possibilità di conoscere persone che altrimenti rimarrebbero distanti!

Qualsiasi sia la propria capacità o la propria aspirazione, in Renken si trova sempre un posto adatto: se non c’è, lo creiamo!

Leggi il CV di Claudia, presidente Renken