Concerto di Chris Obehi per Barriera Corallina

Sabato 26 novembre si è esibito al nostro circolo Jigeenyi il cantautore nigeriano che oggi vive a Palermo:  Chris Obehi. Oggi vi vogliamo presentare meglio questa splendida personalità in crescita nel panorama musicale afro-italiano, partendo dal suo paese natale, attraverso il suo turbolento viaggio per arrivare in Sicilia e infine i suoi traguardi.

Christopher Goddey è nato nel 1998 a Warri, in Nigeria; alla nascita, la sua famiglia gli ha assegnato il tradizionale onorifico Obehi (“mano d’angelo”), introducendolo alla musica ghospel. Lascia il suo paese a 15 anni, a causa delle persecuzioni religiose portate avanti da Boko Haram. Il suo viaggio verso l’Italia è durato 5 mesi, compresi di incarcerazione in Libia, un’esperienza che oscilla tra terrore e violenza ingiustificata, e la traversata del Mediterraneo su un gommone troppo piccolo per trasportare gli altri suoi 100 compagni rifugiati.  Arriva a Lampedusa e infine a Palermo, dove impara a suonare la chitarra da autodidatta e frequenta il conservatorio Alessandro Scarlatti praticando il contrabbasso.

Si imbatte grazie ad un amico nelle canzoni di Rosa Balistreri, defunta cantante folk della cultura siciliana, appassionandosi e iniziando a cantare le sue canzoni per strada. Nel 2018 un suo video mentre canta Cu ti lu dissi (“Chi te l’ha detto?”), la più celebre canzone della cantante, diventa virale, riscuotendo un enorme successo, data l’unicità della situazione di un ragazzo nigeriano così innamorato delle tradizionali canzoni siciliane.

Nel dicembre 2019 vince la Targa Siae – Giovane Autore a “Musica contro le Mafie” con una premiazione a Casa Sanremo durante la quale ha suonato la sua “Non siamo pesci”, mentre nel 2020 vince il premio Rosa Balistreri e Alberto Favara.

Nello stesso periodo ha firmato il suo primo contratto discografico con 800A Records e ha realizzato con la produzione di Fabio Rizzo il suo primo disco, “Obehi”, contiene canzoni autografe in italiano, inglese, siciliano con un omaggio a Rosa Balistreri, nel suo dialetto Esan e Pidgin nigeriano e il tema principale è la lotta alla difesa dei diritti umani ed è supportato da una band guidata da Rizzo alla chitarra, con l’apparizione di uno dei principali musicisti siciliani, il trombettista Roy Paci.

Nel 2021 Obehi è tornato in Nigeria per la prima volta dopo sei anni. Riunito a Lagos con la famiglia che non vedeva dalla sua partenza, ha visitato il Museo Kalakuta dedicato a Fela Kuti, il defunto musicista nigeriano famoso in tutto il mondo per aver creato il genere Afrobeat, influenzando le melodie dell’album del giovane cantautore, e ha registrato con i membri della band di Kuti, gli Egypt 80. Durante il viaggio, il regista britannico Shayo Three ha deciso di girare un documentario sul ritorno a casa di Obehi “per farvi vedere il mio Paese attraverso gli occhi di chi torna da artista, sotto il segno della cultura musicale nigeriana, dove l’afrobeat fa da padrona”. Il documentario si intitola Back to Motherland, ed è uscito il 22 dicembre dello stesso anno.