Cesária Évora: la diva capoverdiana a piedi nudi

«La musica capoverdiana ha una storia propria, però ho sempre avvertito questo sentimento comune che lega Brasile, Cuba, l’Africa. Tutto ciò è dato anche dall’uso di strumenti simili o dalla stessa lingua, che per quanto diversa ha una vita musicale comune.»

Cesária Évora, “Cize” per i suoi amici, è stata la più conosciuta interprete della “morna”, stile che unisce le percussioni dell’Africa occidentale con il fado portoghese, la musica brasiliana e i canti di mare britannici.

Nacque il 27 agosto 1941 a Mindelo, città portuale dell’isola di São Vicente e crebbe nella povertà nell’arcipelago di Capo Verde. La musica faceva parte di lei da sempre: suo zio B Leza era un noto compositore morna. Divenne presto orfana, ma altrettanto presto fuggì dal convento nel quale la misero, dimostrando fin da subito quel carattere risoluto e indipendente che la caratterizzerà per tutta la vita.

Iniziò da giovanissima a guadagnarsi da vivere cantando nei bar. A vent’anni cantava per le stazioni radio locali e per le navi da crociera portoghesi attraccate a Mindelo. Su quelle navi guadagnò una certa celebrità per essersi rifiutata di indossare scarpe ed esibirsi a piedi nudi. Questo era abbastanza naturale, dal momento che era cresciuta senza scarpe, ma diventò presto il suo marchio di fabbrica.

Évora cantava in Kriolu, una lingua creola che mescolava il portoghese con i dialetti africani occidentali dei suoi antenati schiavizzati. Le ballate Morna in chiave minore che cantava con tale sentimento riflettevano temi di perdita, povertà e immigrazione, tutte costanti a Capo Verde. L’abbandono del Portogallo della sua colonia e la conseguente lotta per l’indipendenza, che giunse nel 1975, fornirono uno scenario poco promettente per la carriera di Évora, che non si fece intimidire. Continuò infatti ad eseguire le sue romantiche ballate nostalgiche e malinconiche, come potremmo tradurre il famoso termine portoghese saudade, portando l’arcipelago sulla mappa della musica mondiale.

Nel 1985, la cantante capoverdiana Bana e l’associazione delle donne di Capo Verde la invitarono a Lisbona per esibirsi. Questa fu la prima volta che Évora ebbe l’opportunità di lasciare le isole. Le sue esibizioni nella città furono ben accolte dalla popolazione immigrata, e riuscirono a impressionare il giovane francese di origine capoverdiana José da Silva. Nel 1988 il musicista le propose di recarsi a Parigi per incidere un album per la sua piccola etichetta Lusafrica. Cesaria accettò: aveva già 47 anni.

Nel 1988  produce il suo primo album, “La Diva aux pieds nus”, il cui brano “Bia Lulucha”, melodia dei balli tipici delle isole, diventa molto popolare presso la comunità di Capo Verde. Si è sempre ritenuta una brava cantante, era quindi era naturale che piacesse alla gente. Evitando la falsa umiltà e orgogliosa della sua eredità, Évora conosceva la sua posizione tra i più grandi cantanti del mondo.

Per tanto tempo residente solo a São Vicente, passò anni passati cercando di infrangere le barriere del gusto occidentali. Finalmente i media francesi iniziarono a notarla. In Francia il New Morning Club registrò il tutto esaurito; tra il pubblico europeo il consenso cominciava ad ampliarsi. Dopo una serie di concerti a Parigi parte per la sua prima tournèe negli Stati Uniti, dove tra la folla correvano a prendere posto alcuni dei più grandi artisti di New York.

Nonostante fosse diventata una star di livello internazionale, il suo comportamento anti-diva non era cambiato di una virgola: quando le fu chiesto se fosse rimasta colpita dall’esibirsi nelle sale da concerto nelle più grandi città del mondo, Évora fece spallucce e replicò che se Capo Verde avesse avuto accesso alle stesse risorse, anch’essa avrebbe avuto tali luoghi.

Da Silva rimase il suo produttore e manager durante tutta la carriera, e lo standard del materiale che registrò, quasi sempre di origine capoverdiana, rimase molto alto. È stata una delle poche cantanti in lingua straniera ad aver conquistato i cuori statunitensi.

Cesária ha sempre dimostrato grande amore per il contatto diretto con il pubblico, al quale non nascose mai nessuna parte di lei, anche la più debole. Parte della sua performance sul palco infatti consisteva in una pausa sigaretta, godendosi un cognac, mentre la band suonava un sottofondo strumentale.

Ritiratasi nel settembre 2011 per motivi di salute, Cesária Évora muore il 17 dicembre 2011, all’età di 70 anni a Praia, Capo Verde. L’album Voz D’amor, disco d’oro in Francia e successo internazionale, soprattutto negli USA, vinse il prestigioso Grammy Award come Best Contemporary World Music Album.

«May God always keep us this way
In peace, love and affection.»

Ana Sofia Fonseca è una produttrice, giornalista e regista portoghese, grande fan di Cesária Évora. Nel 2022 decide di mettere insieme immagini, materiali inediti e frammenti di registrazioni delle sue performance per raccontare l’altro lato della sua vita.

Cesária Évora è un documentario intimo che sviluppa l’interessante e allo stesso tempo difficile percorso di vita della famosa cantante capoverdiana. Segue la sua traiettoria dalla sua infanzia nell’isola di Capo Verde, esplorando la morte precoce di suo padre, le sue esperienze in orfanotrofio. Infine presenta la dolorosa crescita attraverso considerevoli  difficoltà, come le lotte con l’alcol e la depressione.

Nonostante la vita difficile Fonseca presenta sempre queste sfide con cura e rispetto. Evidenzia il trasporto con la quale si esibiva davanti a migliaia di fan in tutto il mondo, il suo senso dell’umorismo e l’amore sconfinato per la sua terra.

Cesária Évora rappresenta per Fonseca e per tutti i fan un ultimo caldo saluto alla cantante, che con il suo carattere sincero e indipendente ha conquistato il mondo a piedi nudi. Ma è anche un video di presentazione per tutti quei nuovi fan che vorranno aprire il loro cuore alla sua straordinaria voce.

«Io ho il solo desiderio di essere libera.»

BIGLIETTI DOCUMENTARIO CESÁRIA ÉVORA