CREATIVAFRICA
8 - 11 giugno 2023

 ALTRI OCCIDENTI

PROGRAMMA

08.06

h16 Laboratorio di serigrafia con Anas Mghar

h17 Laboratorio di cucina con Mareme Cisse

h19 Talk con Francesca Ekwuyasi e presentazione del libro Il primo pensiero del mattino

h20 Cena @Jigeenyi con djset Anas Mghar

h21:30 Concerto Belam

h22:15 Concerto Sona Jobarteh //Biglietti disponibili su Eventbrite!

09.06

h17 Talk  Altra musica, Altri occidenti 

h19  Talk con Anna Maria Gehnyei (Karima 2g),  presentazione del libro Il Corpo nero

h20 Cena @Jigeenyi

h20:30 Concerto Bakh Yaye Family 

h21 Performance Maestri Echo Festival

h23 Concerto Avex, vincitore di Afrovision 2023

h24 Djset Jesa

10.06

h17 Talk online con Ayesha Harruna Attah e presentazione del libro Zainab va a New York

h19 Talk con Abdou M. Diouf e presentazione del libro Il pianista della teranga

h20 Cena @Jigeenyi con djset Otello

h21 Jam session a cura di LIVE TORINO con Bandaradan e ospiti

h22 Orchestra Jigeen Ni

h22:30 Concerto Kora Beat

h24 Djset Mastaced 

11.06

h12 Spettacolo La fabbrica delle bolle di Clow Idà

h12:30 Brunch @Jigeenyi

Extra creativAfrica 

16.06

Tinariwen, concerto da Hiroshima Sound Garden (Via Carlo Bossoli, 83, Torino).

13.07

Fulu Miziki, concerto da Jigeenyi, all’interno di Bunker (Via Paganini 0/200)

creativAfrica 2023

Il festival creativAfrica si propone come una finestra aperta sulle culture africane, uno sguardo libero sulle arti di scena, la letteratura, il cinema, l’arte, il design: calendario integrato e innovativo di eventi, incontri e iniziative dedicate alle culture africane, che anima Torino dal 2015.

Per il 2023, il lavoro di co-progettazione e ideazione è orientato verso Ovest.

Siamo soliti far riferimento all’Occidente come sinonimo di bianchezza, di Europa e di Stati Uniti d’America, ma in questo momento storico di crisi e di riattivazione delle polarità internazionali, quale fermento culturale, politico e sociale caratterizza i Paesi dell’Africa Occidentale? 

Quali sguardi, quali voci, quali ateliers popolano gli altri occidenti?

Quali correnti afrodiscendenti e afrofuturiste rinnovano e  rigenerano i tessuti culturali occidentali?

La creatività e le culture dell’Africa dell’Ovest e afrodiscententi acquistano nel nuovo millennio un’indipendenza e una polarità originale e interessante, capace di contaminare il globo e l’universo culturale contemporaneo: ci interrogano sul ruolo dell’arte e della cultura nelle dinamiche socio-politiche nazionali e internazionali, ribaltando immaginari coloniali e lanciando nuove visioni per un futuro di pace.

Musica

Inediti spettacoli, performance, djset, tour, progetti innovativi transnazionali e multidisciplinari portano la musica nel cuore del festival per interpretare attraverso suoni e note la contemporaneità di un altro Occidente. 

Sona Jobarteh

Sona Jobarteh, cantante, compositrice, straordinaria virtuosa di kora, è una delle musiciste più originali ed interessanti del momento. Nata a Londra, nipote del grande maestro griot Amadu Bansang Jobarteh e cugina del virtuoso della kora Toumani Diabaté, fa parte di una famiglia di grandi tradizioni musicali sulle quali si erge lo spirito del suo lavoro musicale. Musica tradizionale, blues e afropop si fondono con l’intento di preservare e allo stesso tempo innovare un immenso patrimonio culturale. La portata del suo riconoscimento internazionale è evidenziata da oltre 15 milioni di visualizzazioni su YouTube e un numero considerevole su altre piattaforme digitali.

Ha studiato violoncello, arpa e pianoforte al Royal College of Music di Londra, e composizione alla Purcell School of Musich e ha collaborato come cantante, chitarrista e interprete della kora con importanti artisti internazionali, con esibizioni in tutto il mondo dagli Stati Uniti alla Nuova Zelanda, Australia, Cina, Africa, Europa. La sua dedizione alla diffusione di potenti messaggi umanitari attraverso le sue canzoni e le sue coinvolgenti esibizioni sul palcoscenico la rendono molto più di una musicista. Sona è infatti anche attiva sul fronte dell’impegno sociale e ha fondato The Gambia Academy, un’istituzione pionieristica dedicata al raggiungimento delle riforme educative in tutto il continente africano. Inoltre, è stata chiamata a intervenire a eventi di alto profilo in tutto il mondo, compresi i vertici per le Nazioni Unite, l’Organizzazione mondiale del commercio e l’UNICEF. Musica e impegno civile sono dunque un tutt’uno per questa formidabile artista.

Biglietti disponibili su Eventbrite!

Formazione del concerto di Sona Jobarteh:

  • SONA JOBARTEH – kora, chitarra, voce
  • MAMADOU SARR – percussioni
  • ERIC APPAPOULAY – chitarra acustica
  • ANDI McLEAN – basso
  • GODFERY SEHINDEHIMI – batteria

 

Tinariwen

I Tinariwen sono un gruppo musicale proveniente da Tessalit, nel nord est del Mali. La loro musica, il Tishoumaren, mischia tra loro elementi blues, rock, world e di musica tradizionale Tuareg.
Il gruppo prese la decisione nel 1996 di dedicarsi alla musica a tempo pieno. Nel 1999 conoscono il gruppo francese Lo’Jo e il chitarrista inglese Justin Adams (componente dei Strange Sensation di Robert Plant) al festival maliano Festival au désert. Questi sono i produttori del Cd The Radio Tisdas Sessions (2001), primo disco dei Tinariwen al di fuori del loro continente. Nel 2004 uscì il loro secondo disco, Amassakoul ed il gruppo inizia ad esibirsi nei live in Europa e negli Stati Uniti. In seguito all’invito di Carlos Santana al proprio fianco sul palco del Montreux

Jazz Festival il gruppo diviene sempre più popolare. Nel 2007 esce il terzo album Aman Iman (Water is Life), sempre prodotto da Adams, ed ottiene apprezzamenti presso varie riviste che si occupano di rock. Questa risonanza permette al gruppo di partecipare al festival di Glastonbury. Sempre nello stesso anno i Tinariwen tengono due concerti in Italia, partecipando al Festival di Villa Arconati e riscuotendo gradimento da parte del pubblico. Il 18 agosto il gruppo apre un concerto dei Rolling Stones allo Slane Castle di Dublino.

Fulu Miziki

Fulu Miziki, l’emergente collettivo “afrofuturista” che crea i propri strumenti con la spazzatura, ha stupito il mondo con la sua musica elettronica e punk ispirata al soukous industriale innovativo!

Fulu Miziki si traduce approssimativamente in “Music from Garbage”, che è una descrizione appropriata del collettivo punk afro-futuristico ecosostenibile ed eccitante che proviene direttamente da un futuro in cui le persone si riconnettono con la Madre Terra e con se stesse si sono riconciliate.

Questo collettivo artistico multidisciplinare ha sede nel cuore dell’Africa, nella capitale congolese di Kinshasa. Per diversi anni, i membri hanno lavorato alla concezione di un’orchestra composta da oggetti trovati dalla spazzatura, strumenti in costante cambiamento e sempre alla ricerca di nuovi suoni. Realizzare i propri strumenti, costumi e maschere è parte integrante dell’ideologia musicale alla base di Fulu Miziki.

Il loro suono unico supporta un messaggio panafricano di liberazione artistica, pace e uno sguardo serio alla situazione ecologica nella RDC e in tutto il mondo. Tutto può essere recuperato e rianimato per Fulu. Dal 2020, Fulu ha preso d’assalto i festival musicali europei, esibendosi in numerosi eventi musicali e workshop con i giovani.

 

Belam

Belam è l’incontro tra due anime: quella africana e quella francese per cercare di osare, oltrepassare i confini e per condividere la stessa passione per la musica. La miscela di culture e linguaggi differenti emerge dai suoni africani di Babacar e dai testi in francese di Maëva. Una miscela tradizionale e autentica, tra musica ritmata e melodia soave, dove si mescolano gli archi della bora e la chitarra, per offrire un viaggio immersivo in suoni e colori differenti.

 

Orchestra Jigeen Ni

L’Orchestra Jigeen Ni è un gruppo musicale composto al 100% da strumentiste e cantanti donne che hanno sede a Dakar. Il gruppo nasce all’interno di un ambiente musicale senegalese dominato principalmente da uomini. L’Orchestre Jigeen Ni ha quindi l’ambizione di occupare in modo efficace la scena musicale senegalese e mondiale. Formatesi anche come band di supporto, intendono inoltre accompagnare cantanti che non hanno un’orchestra e, soprattutto, restituire alla strumentista donna il suo posto nel mondo della musica sia in Senegal sia in Africa. L’Orchestra sviluppa una musica ricca di sensazioni, sensualità ed emozioni, composta  da ritmi provenienti da vari terreni culturali. Con comprovata maestria ballano allegramente il valzer tra diversi stili come afro, blues, reggae, hip hop, jazz, mbalakh, salsa, zouk ecc. L’Orchestra Jigeen Ni, oltre alle sue esibizioni musicali, mira così a portare avanti anche battaglie culturali differenti, con l’obiettivo di attivare una nuova consapevolezza sociale attraverso il ruolo della musica come  strumento per cambiare il comportamento delle persone e per incentivare lo sviluppo di un nuovo concetto di cittadinanza.

Bandaradan

Fischi di tromba, sax ruggenti, fisarmoniche struggenti e ritmi dispari: la fanfara Bandaradan nasce a Torino nel 2002. In 20 anni di musica dal vivo si sono esibiti in svariate decine di festival europei tra cui: Buskers Neuchatel 2019 (Svizzera), Kiev Klezmer Festival 2019 (Ucraina), Balkanarama 2019 (Scozia), Underland Music Fest 2018 (Moldavia), STAMP Festival Hamburg 2012 (Germania), Glastonbury Music Festival 2011 (Galles), oltre ad essere stati invitati per il trentennale del celebre Ferrara Buskers nel 2022. Innescati dalla trascinante cantante di Odessa Mama Nastya, i Bandaradan meticciano le loro sonorità klezmer, gipsy e balkan con originali riverberi latinoamericani. Hanno scritto la colonna sonora e partecipato a tre film tra cui Quando La Notte di Cristina Comencini del 2011. Giunti al loro quinto lavoro con Kiyv Brides nel 2018, il loro prossimo album Cahul Border uscirà a ottobre 2023. Oppaaa!!!

FORMAZIONE
-Mama Nastya (Ucraina) voce
-Isaac Witz (Argentina) fisarmonica
-Janier Isusi (Cuba) tromba
-Sebastian Loyola (Perù) sassofono
-Davide Ritelli (Italia) contrabbasso
-Federico Griso (Italia) batteria

 

Echo Festival 

Echo Festival è un festival interculturale che accoglie la tradizione e la modernità dell’arte africana.
Partendo dalle danze tradizionali, contemporanee e la musica tradizionale portata dagli artisti del festival come Thomas Guei, Gérard Diby, Yama Ndione, Fatoma Dembele, Petit Solo Diabate e Samba Diop che insieme porteranno sul palco uno spettacolo indimenticabile di incontro tra musica e danza. Si arriverà poi all’afro jazz della musica dei KORA BEAT che festeggiano in questa occasione il decennale dell’esistenza del progetto con tutti i componenti che hanno partecipato ai loro album (Afrique Unie, Yakar e l’ultimo Album che sta per uscire).
La band presenterà 3 nuovi singoli in anteprima che usciranno insieme ad altri brani nel nuovo album che uscirà dopo l’estate.Parteciperanno tanti personaggi della cultura tradizionale dell’Africa occidentale e in primis la mia compagnia Bakh Yaye Family con Masserigne Fall, Bamba Dieng, Niang Mame Ale, Bocar Niang e Mamadou Fall!
Echo Festival è un festival interculturale che accoglie la tradizione e la modernità dell’arte africana.

Registratevi all’evento!

Kora Beat 

Kora Beat è tra i progetti più interessanti del panorama musicale jazz in Italia. La band nasce dall’idea del Maestro Cheikh Fall, musicista senegalese di Dakar che vive e lavora a Torino. La Kora è un’arpa tradizionale africana e il Kora beat esplora le potenzialità di questo peculiare strumento mescolandolo con generi diversi come jazz, funk e ritmi africani moderni come mbalax e coupé decalé. Il risultato è un mix innovativo tra il ritmo danzante e il melodie della kora e del sassofono. Le canzoni raccontano storie di viaggi, incontri e dialoghi interculturali, espressi in Lingua Wolof, Mandeng e Malinke. Il gruppo è attivo dal 2013 e ha suonato dal vivo in Italia, India e Senegal. Esso esposte in contesti prestigiosi come il Piccolo Teatro di Milano, Torino Jazz Festival, Centro Culturale Douta Seck Dakar e il Bihar Diwas a Patna (India).
 
 
 

Bakh Yaye Family

Bakh Yaye Family è una band per tutte le occasioni! Al di là della battuta, la formazione che si esibisce varia spesso nel numero dei componenti e nella tipologia di spettacolo. Se si accompagna la danza Sabar, la formazione è solo percussiva e non comporta l’utilizzo di altri strumenti. Se si tratta di un concerto allora entrano in gioco strumenti come la batteria, il flauto, la chitarra, il basso, le tastiere il kamalengoni e altre voci. Nella formazione al completo il gruppo da concerto è formato da 7 elementi. Per l’occasione dell’Afrovision Festival presentiamo una formazione di 3 elementi. I canti e le musiche sono il frutto di una sperimentazione a cavallo tra la tradizione di lingua Wolof e la cultura Mandengue, arrangiati con la chitarra classica e con il kamalengoni (strumento tipico del West Africa). Alcuni brani sono una reinterpretazione di canti tradizionali, altri invece sono scritti da Masserigne Fall.

 

The Seeds e People in the Light

The Seeds e People in the Light sono due Crew di allievi coreografati da Barbara Menietti rispettivamente di Vinovo e Saluzzo.
Ognuno di loro ha sviluppato negli anni la propria ricerca anche studiando con diversi insegnanti e costruendo il proprio percorso; presentiamo due coreografie di Hip Hop e House Dance.
– The Seeds: Viviana Allegri, Michela Carboni, Rebecca Fogliati, Davide Pairone
– People in the Light: Alessandro Boschero, Andrea Boschero, Elisa Rosso, Gessica Seymandi

Barbara Menietti danzatrice, performer e insegnate di Hip Hop e House Dance attiva a Torino e provincia da diversi anni, tra i suoi progetti: unqaam con il musicista Francesco Serasso, lo spettacolo cromoshomo con il gruppo indigo, freestyle solo a Dakar con il percussionista Cheik Fall; interprete per la coreografa Giulia Ceolin in devotischeletri e SINO, tour e videoclip di Cosmo.
Recentemente ha avviato un progetto di ricerca e creazione coreografica MUL COLLECTIVE collettivo di allievi con anni di formazione e voglia di sperimentare.

Dj Jesa

Jesa, all’anagrafe Meron Tesfazghi, è un dj/produttore napoletano dalle origini eritree. Si avvicina ai primi strumenti musicali all’età di 5 anni cominciando a suonare il pianoforte, la chitarra, il basso e percussioni per poi appassionarsi definitivamente, dall’età di 15 anni, alla consolle e all’arte del djing. Nel giro di un paio d’anni diventa il dj di punta delle serate più in voga di Napoli. Nel suo percorso musicale i suoi set hanno accolto, in apertura, artisti del calibro di Chris Brown, Snoop Dogg, Sean Paul, DJ Premier, Craig David, MOP, Ozuna, Daddy Yankee, J Balvin, Sfera Ebbasta, Ghali; luchè, Clementino per citarne alcuni. Premiato come miglior dj campano nel 2017, nell’estate del 2019 è stato ospite nella cerimonia di chiusura delle universiadi presso lo Stadio Maradona di Napoli. Attualmente è il dj ufficiale del format Lit, party dalle sonorità  Afro, di cui è anche il fondatore.

 

Letteratura e incontri contemporanei

Incontri, reading e dibattiti offrono la possibilità di riflettere sulle dinamiche culturali in atto tra Africa e Europa: autrici e autori africani sono ospitati durante il festival per incontrare il pubblico creando spazi di parola e di confronto.

Ayesha Harruna Attah 

Ayesha Harruna Attah è nata ad Accra (Ghana) nel 1983, sotto il regime militare, in una famiglia di giornalisti molto aperta in cui le storie erano il pane quotidiano. Ha studiato alla Columbia University e alla New York University, per poi tornare in Africa e cominciare a scrivere. I suoi primi due libri sono stati finalisti di premi prestigiosi (Commonwealth Writers’ Prize, The Kwani? Manuscript Project) e suoi testi sono stati pubblicati sul «New York Times Magazine». “I cento pozzi di Salaga“, nato dal ricordo di una trisavola venduta come schiava sul mercato di Salaga nel Ghana precoloniale, è stato pubblicato in Africa, negli Stati Uniti e in Europa, e celebrato per la profondità della ricostruzione storica e per la forza delle due protagoniste femminili, Wurche e Aminah. Le gemelle protagoniste del ”Grande azzurro” sono le sorelle di Aminah, escono dai ”Cento pozzi di Salaga” e partono per nuove avventure. In ”Zainab conquista New York” Ayesha Harruna Attah ha romanzato la sua esperienza americana. Ora vive in Senegal ed è considerata una tra le voci più forti della narrativa africana di oggi.

 Zainab conquista New York

 Zainab si prepara a cominciare il suo stage a New York. Sogna di diventare un’illustratrice professionista e, tra vita notturna, archivi di fumetti storici e street art, gli stimoli non le mancano. Peccato che le donne della sua famiglia si intromettano a più non posso dal Ghana – e non solo la mamma, che viene a trovarla in carne e ossa nella sua stanzetta in affitto a Brooklyn, ma anche le antenate dall’oltretomba. Voci che criticano, commentano ogni suo passo, spesso irritanti, ma anche capaci di risvegliare una forza ancestrale preziosissima. Con il suo terzo romanzo, Ayesha Harruna Attah porta l’Africa a New York.

Karima 2G 

Anna Maria Gehnyei, nota con il nome di Karima 2g, è cantante, danzatrice, e producer italiana di origine liberiana. La sua carriera artistica inizia come danzatrice ma presto diventa vocalist professionista dalle consolle delle maggiori discoteche italiane.  Nel 2014 esordisce come solista e i video dei primi due singoli, Orangutan e Bunga Bunga, provocano reazioni in pubblico e critica dalle riviste musicali passando per il Corriere della Sera, Il Fatto Quotidiano e Vogue. Grazie al suo percorso artistico, la John Cabot University le riconosce una borsa di studio internazionale, e nel 2020 si plurilaurea in Communications e Political Science. Nel 2022 debutta con il suo primo spettacolo teatrale If There Is No Sun, di cui è anche autrice. Il corpo nero è il suo primo romanzo.

Il corpo nero

Il corpo nero è la storia di Anna Maria Gehnyei, in arte Karima 2g. Ovunque lei vada, da sola o con le sue sorelle, qualunque età lei abbia, a Roma c’è sempre qualcosa o qualcuno che le ricorda di essere nera, così si trova a negoziare continuamente tra due culture: quella italiana che non l’accetta, e quella africana a cui non appartiene fino in fondo. È troppo nera per parlare bene l’italiano, troppo nera per indossare degli abiti eleganti, troppo nera per essere istruita. Il corpo nero è la storia di una generazione, la seconda, fatta da chi viene visto solo come un bambino immigrato. La storia tutta umana, fatta di ricordi, suoni, amore e vergogna, di chi nonostante il mancato riconoscimento dalle istituzioni e una cittadinanza negata, decide di non cadere nella trappola del vittimismo. Un libro politico per le nuove generazioni che non hanno voce.

Abdou Mbacke Diouf

Abdou Mbacke Diouf nasce a Cotonou il 7 agosto 1989, da genitori senegalesi. Cresce in Senegal dove resta fino all’età di cinque anni per poi trasferirsi in Italia, ad Arezzo, con tutta la famiglia. È il più grande di cinque figli, tre sorelle e un fratello. Frequenta tutte le scuole nella città aretina e prosegue il suo percorso formativo all’Ateneo di Firenze dove si laurea in Biologia nel 2013, consegue poi la specializzazione in Biologia molecolare nel 2017. Ha giocato a pallavolo tra Arezzo, Firenze e Pisa. E proprio qui, a Pisa, come passatempo tra un allenamento e l’altro, ha iniziato a scrivere le pagine di “É  sempre estate” col titolo iniziale di “Appunti di un libro che non ho mai scritto.” 

Il pianista di Teranga

– Sai cosa? È faticoso essere noi. Avere la consapevolezza di saper stare bene da soli con se stessi è una gran fatica. 

Facciamo paura alle persone. Facciamo paura perché ci teniamo sempre a debita distanza dal mondo, non ci apriamo mai, non ci concediamo mai, ma nel momento esatto in cui succede che decidiamo di farlo, di aprirci, le persone si spaventano. 

Si spaventano per il troppo che abbiamo da dare. Credo sia così… – Un cuore che si protegge… – Sì, un cuore che si protegge da tanto tempo, ma non per questo spento. E di questo, almeno, sono certo. Lo sento.

Francesca Ekwuyasi 

Francesca Ekwuyasi è una studentessa, narratrice e artista multidisciplinare originaria di Lagos, in Nigeria. Il suo lavoro ha esplorato temi di fede, famiglia, stranezza, consumo, solitudine e appartenenza. Il suo romanzo d’esordio, Il primo pensiero del mattino, è stato selezionato per il Giller Prize 2020, ed è stato finalista per Canada Reads 2021 della CBC, Lambda Literary Award 2021, Governor General’s Award 2021, Amazon Canada First Novel Award 2021 e ReLit 2021 Premio. Il primo pensiero del mattino è stato recentemente selezionato per il Dublin Literary Award 2022.  I suoi scritti sono stati pubblicati su Winter Tangerine Review, Brittle Paper, Transition Magazine, Malahat Review, Visual Art News, vol. 1 Brooklyn, rivista GUTS, The Puritan, Canadian Art e altrove. La sua storia Ọrun is Heaven è stata selezionata per il Journey Prize 2019. Francesca ha realizzato diversi cortometraggi sperimentali, con proiezioni al Black Film Festival di Montreal, Halifax e Toronto; Durham Region International Film Festival (DRIFF); Notturno Halifax; e il Khyber Center for the Arts.

Il primo pensiero del mattino

Kambirinachi crede di essere un Ogbanje, ovvero uno spirito malvagio destinato a portare disgrazia e tormento nella propria famiglia. Le sue figlie, le gemelle Taiye e Kehinde, sono state separate da un evento traumatico, che nel tempo le ha rese due estranee: Kehinde ha trovato la sua strada come artista e si sta costruendo una famiglia, ma teme di non riuscire a essere una buona madre; Taiye è tormentata dal senso di colpa nei confronti della sorella, e dopo aver provato per anni a colmare questo vuoto con droghe e relazioni occasionali, sembra aver finalmente trovato conforto nell’amore per la cucina. Ora, dopo essere state lontane per più di dieci anni, le tre donne s’incontrano nella loro grande casa di Lagos, in Nigeria, costrette a confrontarsi e a riconciliarsi con le ferite del passato. Un meraviglioso romanzo d’esordio, una saga familiare dal respiro cosmopolita in cui il cibo funziona da collante naturale, mentre il tempo passato in cucina diventa un modo per descrivere le reticenze, i silenzi, ma anche l’amore.

Cucina

Ricette d’Africa è un collettivo di cuoche nato da un percorso di formazione rivolto a venti donne africane per sviluppare laboratori interculturali di cucina e innovative esperienze di ristorazione.

Durante il festival saranno proposti dalle donne del collettivo e da alcuni chef ospiti laboratori interculturali di cucina e nuove food experiences (animazioni sul cibo, degustazioni, momenti conviviali) valorizzando le loro competenze e l’incontro tra percorsi e storie dell’Africa Occidentale.

Mareme Cisse

Mareme Cisse è una chef diventata un personaggio noto al grande pubblico dopo aver vinto varie competizioni gastronomiche, tra cui un famoso cooking show. Arrivata in Sicilia dal Senegal ha iniziato preparando delizie senegalesi per l’aperitivo in un locale, quando è stata scoperta dal presidente della cooperativa sociale Alkharub di cui è entrata a far parte e, dopo poco, è diventata la cuoca e poi la manager del ristorante Ginger People&Food. Nel 2017 si è aggiudicata il premio per la ricetta più originale al Couscous Fest di San Vito Lo Capo. L’anno seguente ha vinto il Premio Bezzo, per una ristorazione sostenibile da un punto di vista ambientale, economico e sociale. Nel 2019 ha vinto il World Couscous Championship di San Vito Lo Capo, competizione mondiale in cui ha rappresentato il Senegal con il Couscous di Falilou, che è il nome di suo figlio. Nel 2020 ha vinto anche Cuochi d’Italia di Tv8 sbaragliando chef provenienti da tutto il mondo. Mareme Cisse, oltre a dirigere il ristorante, tiene corsi di cucina ed è impegnata per l’inserimento lavorativo di donne e giovani rifugiati o in condizione di fragilità. Nei suoi piatti la tradizione senegalese si mescola con specialità siciliane in un gustoso e innovativo mix di culture e sapori. Lo spirito che anima il mio lavoro è la consapevolezza della necessità di costruire una società multiculturale, colorata e aperta verso il futuro.

 

Laboratori di animazione interculturale

Sono gli appuntamenti pensati dall’Associazione Ricette d’Africa APS:  laboratori ed esperienze culturali dedicate alle bambine e ai bambini che si tengono la domenica mattina da Jigeenyi. Ogni domenica, prima del brunch, trovate un’attività pensata per famiglie dalle 11 alle 12 e a seguire uno spazio creativo animato da artist3 ed educator3 fino alle 15. Sono diverse le attività che proponiamo e che si susseguono nel nostro calendario, facendoci incontrare associazioni ed espert3 di agricoltura, teatro, fotografia, arti e narrazioni. I laboratori sono pensati per bambini di almeno 4 anni, per i più piccoli è consigliata la presenza di un genitore. 

Anas Mghar

Anas Mghar,è un ricercatore in cooperazione internazionale e pratiche artistiche interculturali. I suoi interessi vertono su temi quali politica dell’immigrazione, sviluppo, partecipazione e conflitto, cambiamento politico e disuguaglianza, cooperazione internazionale e prospettive decoloniali, educazione e diritti del mercato del lavoro, geografia economico-politica, patrimonio mondiale e interculturale.

Clown Idà

Clown Idà propone il suo spettacolo “La fabbrica delle bolle”
Uno spettacolo che unisce la magia delle bolle di mille forme e colori, a trucchi col fuoco e intrattenimento capace di strappare risate ad un pubblico da 0 a 101 anni. L’eleganza e la commedia distinguono questo meraviglioso spettacolo dove la poesia delle bolle crea una magica ed emozionante atmosfera. L’artista sorprenderà il pubblico attraverso esilaranti battute e incredibili trucchi.

Art Lab – Serigrafia

 Lo scopo del laboratorio è quello di riflettere, tramite lo strumento e il linguaggio della serigrafia, su temi socio-politici, con la finalità di creare un glossario personalizzato e condiviso: parole di emancipazione, parole che sottolineano la diversità e l’inclusività, parole grazie alle quali ci si possa definire, parole traducibili e altre intraducibili, parole in cui identificarsi e molto altro ancora. Gli incontri avranno quindi l’obiettivo di riflettere in modo trasversale su temi quali l’educazione civica e interculturale, partendo dal concetto di comunità, per la costruzione di un mondo di tutt3.

Call per banchetti ed espositori

Vuoi esporre i tuoi prodotti artistici o artigianali durante creativAfrica 2023?
Sei appassionata d’Africa o Afrodiscendente e i tuoi prodotti sono in linea con lo spirito del festival? Per tutta la durata di creativAfrica 2023 metteremo a disposizione alcune postazioni espositive gratuite.
Partecipa con coi e candidati a questo link!

Call per volontari

Sei amante dell’Africa e delle sue espressioni culturali? Unisciti come volontario/a durante il festival creativAfrica 2023! Il nostro staff interno è alla ricerca di persone da inserire nell’organizzazione, svolgimento e gestione del festival. Partecipa con coi!
Partecipa con coi e candidati a questo link!

Collaborazioni

creativAfrica è un festival di Renken e questa edizione sviluppa interessanti trame culturali con molte associazioni del territorio:

  • Arci Torino partecipa alla comunicazione e alla diffusione;
  •  i collettivi Sciamu, We Africans United, Shaams, Leep Cool saranno ospiti e animatori di talk e incontri;
  • il festival TOM (the other music festival) co-organizza una tavola rotonda e incursioni musicali;
  • insieme a Seeyousound festival e Jazz is dead (TUM, Arci Torino e Magazzino sul Po) è stato ideato il percorso tematico “black to the future” che intreccia i tre festival e promuove un viaggio innovativo attraverso l’afrofuturismo;
  •  creativAfrica ospita inoltre due concerti di Echo Festival curati dal maestro di kora Cheik Fall con Teranga studio e Farafi Danze Culture.
  • Hirohima Sound Garden e Bunker ospitano i due meravigliosi concerti di Tinariwen e Sona Jobarteh

grazie a tutt* per il supporto, sarà un’edizione ricca e partecipata!

 

 

IBAN IT27 Y060 8501 0020 0000 0021 621