«Io sono un uomo di pace, di idee.»
Così si descriveva Ken Saro-Wiwa, poeta, scrittore, attivista politico schierato contro le multinazionali del petrolio, assassinato nel 1995 in una caserma di Port Harcourt, nella Nigeria meridionale.
Noo Saro-Wiwa è sua figlia. Cresciuta in Inghilterra, viaggiatrice e scrittrice di reportage e guide turistiche, dopo aver raccolto i resti di suo padre nel 2005 non ha più voluto sapere niente della Nigeria. Fino al 2008.
In cerca di Transwonderland, edito da 66thand2nd, è la guida di un viaggio che Saro-Wiwa intraprende buttando giù l’amaro che aveva in bocca, sentendo il bisogno di riavvicinarsi agli Ogoni, suo gruppo di appartenenza, per il quale il padre ha lottato fino alla fine.
Il libro racconta il ritorno di Noo in Nigeria, paese in cui è nata, di cui Ken Saro-Wiwa aveva provato a tramandare la cultura, gli usi e l’amore per la patria. Dopo un primo periodo di rifiuto, con gli anni Noo ha imparato a stimare l’immenso patrimonio culturale del paese, che però non viene giustamente valorizzato e di conseguenza apprezzato. Il confronto tra Nigeria occidentale e Nigeria tradizionale è il tema principale della storia, con Noo che si infuria e si rammarica per la corruzione e i conflitti interni del paese, dove le autorità trascurano coscientemente i vari aspetti economici, in una feroce lotta alla sopravvivenza del più ricco.
Attraverso la sua guida sui generis del paese, Noo esplora per se stessa, ma portandoci con lei luoghi come Lagos, una città immersa nel caos, la fredda Abuja e il paesaggio inospitale compreso di persone del Nord musulmano. Transwonderland è il nome di un vecchio parco di divertimenti nella parte più turistica della Nigeria, che per la scrittrice ha rappresentato il modo più piacevole di riconciliarsi con il suo passato e con il ricordo ancora scottante del padre.
In cerca di Transwonderland si aggiudica nel 2012 il Sunday Times Travel Book of the Year ed è stato inserito dal «Guardian» tra i dieci migliori libri sull’Africa.
«Per descrivere l’indole della nostra città più grande, a noi nigeriani piace raccontare un aneddoto ironico su un tizio che appena sbarcato dall’aereo viene accolto da un cartello con su scritto: QUESTA È LAGOS. Non si tratta certo di un cordiale messaggio di benvenuto, ma non si può nemmeno prendere come un avvertimento (perché equivarrebbe a pensare che alle autorità importi qualcosa della sua sicurezza). Di fatto il cartello gli annuncia con indifferenza l’arrivo in una citta che può visitare a suo rischio e pericolo, un modo insomma per declinare senza mezzi termini ogni responsabilità. Se non è in grado di affrontare quel menefreghismo squallido e intransigente, tanto vale che se ne vada altrove con la coda tra le gambe, perché «Questa è Lagos: prendere o lasciare».
Uno dei punti di forza del libro è lo stile di scrittura di Noo, che si serve di un linguaggio diretto, senza peli sulla lingua, ironico e tagliente, che non risparmia nessuno. La sua voce unica e personale cattura l’essenza del viaggio e del suo confronto con la Nigeria.
In cerca di Transwonderland è un libro che va letto perché offre una prospettiva unica e personale sulla Nigeria. Lo consiglio a chi cerca una lettura accattivante, ipnotica, ma anche a chi tutt’oggi lotta per riconciliarsi con i fantasmi del proprio passato, con il ruolo del proprio paese e dei genitori.